Si è svolto pochi giorni fa a Milano l’evento “Sapori dalla Corea” a cura del KFPI (Korean Food Promotion Institute) che ha visto la partecipazione di chef, giornalisti e bloggers. Tutti hanno avuto la possibilità di imparare di più sull’Hansik e preparare delle specialità coreane. All’evento ha partecipato anche la Venerabile Sun Jae, monaca buddista esperta di cucina buddista coreana e presidentessa del KFPI.
Abbiamo incontrato la Ven. Sun Jae al centro di cucina buddista di Seul prima del suo viaggio in Italia.
Come e quando è nata la sua passione per il cibo?
Ho cominciato il mio percorso per diventare monaca buddista 37 anni fa al Tempio Sinheung a Hwaseon (Provincia di Gyeonggi) e lì ho scoperto la cucina dei templi buddisti. Nella cucina vegana buddista possiamo ritrovare i concetti chiave di compassione e saggezza propri della dottrina buddista.
Non solo nella cucina dei templi buddisti non si utilizzano carni o derivati animali, ma si evitano anche cinque alimenti dal sapore e odore pungente ( cipolla, aglio, erba cipollina, cipollotto e porro).
Tra i tanti insegnamenti del Buddismo che si riferiscono al cibo, ce ne sono due che sono fondamentali:
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- No carne: Rispettare la vita di tutti gli animali.
- Ci sono due tipi di vita in questo universo: una propria degli uomini, degli animali e degli insetti che provano dolore fisico e l’altra, propria di piante, mare, cielo e terra, che non percepiscono dolore fisico.
Come praticante buddista, però percepiamo lo stesso dolore per qualsiasi tipo di vita. Per esempio: se il terreno è inquinato, anche le piante che cresceranno su quel terreno saranno inquinate, così l’uomo che le consumerà assimilerà quegli inquinanti e probabilmente si ammalerà. In questo mondo quindi tutti condividiamo lo stesso destino. Terra, piante e uomini sono tutti anelli di una stessa catena. Anche la carne che consumiamo, spesso proviene da animali ai quali vengono somministrati degli ormoni in allevamento per farli crescere più in fretta. Queste sostanze chimiche avranno un effetto anche sulle persone che consumano queste carni.
Per questo dobbiamo rispettare la natura e prendere solo quello che è necessario per il nostro sostentamento. Proprio come fanno le api, che prendono il nettare dai fiori senza danneggiarli. Per quanto riguarda i cinque alimenti che evitiamo è perché influenzano le emozioni. Dobbiamo evitarli per mantenere una chiarezza di spirito.
Come monaco buddista, seguo questi precetti nella pratica quotidiana ed è anche il nostro modo di comunicare con il mondo esterno. Ciò nonostante di solito non parliamo spesso con altre persone del nostro tipo di alimentazione che seguiamo all’interno dei templi buddisti perché per noi è una cosa naturale e quotidiana.
Circa 8 anni fa, durante un mio viaggio in Italia, per la prima volta venni a conoscenza del movimento Slow Food e con mia sorpresa notai che i principi di questo movimento sono molto simili a quelli del buddismo coreano.
All’inizio del mio percorso come monaca buddista assistevo dei giovani a rischio e insegnavo loro a meditare e a seguire una alimentazione più sana. Attraverso la pratica di queste attività, col tempo il loro comportamento cambiò positivamente insieme al loro stato di salute. Per questo molte persone cominciarono ad interessarsi al cibo, e in particolare il cibo vegetariano dei templi buddisti, e a come far entrare questa alimentazione nella loro vita. Così cominciai a fare ricerca e a scrivere articoli e saggi sulla cucina dei templi buddisti.
Lavorare con i giovani a rischio però fu molto duro: dovevo essere disponibile 24 ore su 24 per evitare che potessero consumare droghe o commettere crimini al di fuori della struttura che ci ospitava. Con l’andar del tempo questi orari di lavoro irregolari e lo stress ebbero un effetto molto negativo sulla mia condizione fisica, soprattutto il mio fegato ne risentì, e mi ammalai. Mi ci volle un anno per guarire e terminare il trattamento. Durante quest’anno, di nuovo provai in prima persona come il cibo influenza la tua salute mentale e fisica. Dopo essere guarita completamente cominciai a dare dei seminari e presentazioni in televisione sull’alimentazione salutare. All’inizio molte persone, specialmente i monaci più anziani, erano scettici su come gli spettatori avrebbero reagito ad una monaca in TV che parla di alimentazione sana, ma si dovettero ricredere visto che sempre più persone mostrarono interesse alla cucina buddista e ad una alimentazione sana e sostenibile.
Come pensa che la cucina buddista possa migliorare la conoscenza delle persone sull’alimentazione sana?
L’aspetto più importante non è quello di decidere se consumare o meno carne, ma è quello di conoscere la provenienza dell’ingrediente e come esso è stato allevato o coltivato. Un ingrediente di qualità ci aiuta a creare un collegamento con la natura, e ci aiuta ad arrivare alla consapevolezza che tutte le vite sono uguali. Per produrre ingredienti di buona qualità bisogna insegnare prima alle persone a rispettare la natura e creare un ambiente più sano.
Per provare la cucina dei templi non è necessario essere in Corea e visitare un tempio buddista, ma puoi mangiare cibo dei templi anche in Italia, perché un principio di questo tipo di cucina è quello di scegliere il cibo più adatto al tuo corpo.
Il concetto fondamentale della cucina buddista è il vedere il cibo come mezzo per mettere in contatto l’uomo e la natura. Il cibo ha vita proprio come gli essere umani e quando mangiamo cibo buono e sano, esso produce reazioni positive all’interno del nostro corpo.È proprio come fare nuovi amici: quando conosciamo persone che hanno mentalità positive, influenzano positivamente anche noi. Al contrario se persone hanno pensieri negativi o uno spirito debole, esse influenzano negativamente anche noi e diminuiscono la nostra energia.
Negli ultimi anni ha viaggiato molto in Europa per promuovere la cucina coreana dei templi buddisti. Come è stato l’approccio delle persone a questo tipo di cucina?
Molte persone in Europa, da Parigi a Milano, sembravano molto interessate alla cucina dei templi buddisti e soprattutto ad una alimentazione salutare. Questo tipo di cucina è un concetto nuovo, che prima non conoscevano, ma molte di queste persone ne vogliono imparare di più. Circa 5000 persone hanno assistito alle mie presentazioni in Europa. Per alcuni la cucina buddista non era un concetto totalmente nuovo e mi hanno confessato di aspettare di incontrarmi e assistere alle mie lezioni addirittura da più di cinque anni!
Queste esperienze mi hanno fatto capire ancora di più come è importante avere una alimentazione sana. Le persone adulte spesso si ammalano perché hanno mangiato cibo non salutare per anni, quindi educare i più giovani a mangiar sano e responsabile è molto importante. Per questo, tra gli altri progetti, ho anche lavorato per produrre un musical educativo sull’alimentazione e un tour nelle scuole per promuovere la sana alimentazione.
Per imparare di più sulla cucina buddista credo sia necessario prima comprendere e ottenere saggezza e compassione. Solo così impareremo a trattare la natura e gli esseri viventi nel modo giusto.