Berlino è da pochi mesi diventata la mia città adottiva. Una metropoli multiculturale che ospita una delle più grandi comunità di immigrati coreani d’Europa.
Ho cercato maggiori informazioni sulle origini e la storia di questa immigrazione ed ho scoperto che le relazioni tra i due paesi, Germania e Corea, sono cominciate più di sessanta anni fa.
Dopo la guerra, la Corea del Sud era un paese molto povero che faticava a riprendersi dal conflitto. Il governo di quel periodo vide un’opportunità di rilanciare l’economia introducendo moneta straniera attraverso un programma di emigrazione in diversi paesi. Questo programma fu iniziato dal presidente Park (che salì al potere attraverso un colpo di stato nel 1961) con lo scopo di accelerare la ripresa economica coreana. Allo stesso tempo, molti giovani coreani videro una possibilità di scappare dalla povertà e di avere un futuro migliore.
Ufficialmente l’immigrazione coreana in Germania cominciò nel 1963, con la creazione del programma di scambio chiamato “Programma per l’impiego temporaneo di minatori coreani nelle miniere della Germania ovest” con lo scopo di supportare l’industria mineraria tedesca localizzata prevalentemente nella regione della Ruhr.
Nel 1966, vista la carenza di personale sanitario negli ospedali tedeschi, il programma di scambio tra Germania e Corea del Sud venne esteso anche alle infermiere. Migliaia di professioniste immigrarono dalla Corea in Germania per lavorare in ospedali e cliniche.
Le infermiere coreane, grazie al loro livello di educazione e professionalità, portarono dei cambiamenti nel sistema educativo e nella percezione del lavoro di infermiera, considerato a quei tempi in Europa un lavoro non professionale.
Questi programmi di scambio si basavano su contratti dalla durata di due o tre anni e alla scadenza di questi contratti, gli immigrati dovevano lasciare la Germania. Alcuni di loro ritornarono in Corea, altri si trasferirono insieme alle loro famiglie negli Stati Uniti, mentre una buona parte decise di rimanere in Germania. Tuttavia agli inizi coloro che decisero di rimanere ebbero non pochi problemi a vedere rispettati i loro diritti. Durante gli anni ’70 ci furono movimenti di protesta da parte dei coreani, che chiedevano di poter rimanere nel paese dopo aver contribuito con il loro duro lavoro all’economia della Germania. Dopo anni di lotta, il governo della Germania ovest garantì maggiori diritti e permessi di soggiorno, dando loro la possibilità di continuare a vivere e lavorare nel paese. Proprio in quegli anni, anche grazie agli sforzi degli immigrati coreani, furono create le prime associazioni per i diritti degli immigrati.
Un buon punto di partenza, se vi trovate a Berlino e desiderate conoscere di più su questo argomento (o sulla Corea in generale), è l’istituto di cultura coreana (http://www.kulturkorea.org/de/) a Leipziger Platz (metro U2 – Postdamer Platz).
Il centro ha una biblioteca ed organizza regolarmente mostre, concerti e laboratori. Ogni mercoledì sera viene organizzato anche un cineforum.
La “diaspora” del popolo coreano (più di sette milioni di persone di origine coreana presenti in più di 170 paesi del mondo) è un argomento molto interessante, e lo considero un punto di contatto tra la Corea e l’Italia. Anche il nostro paese, infatti, ha una lunga storia di emigrazione attraverso gli anni.
Per mia fortuna, ho conosciuto alcuni degli immigrati coreani che si trasferirono in Germania tra gli anni 60 e 70, proprio per lavorare come infermiere, e ho avuto la possibilità di avere una intervista con loro (in inglese): http://goo.gl/VRMdy0
Fonti:
http://www.goethe.de/lhr/prj/daz/mag/mig/en10986481.htm
http://www.zum.de/whkmla/sp/0708/giyoon/giyoon1.html
http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/23695752