Michelle Zauner è una cantante e chitarrista, meglio conosciuta con il suo nome d’arte di Japanese breakfast, autrice di canzoni indie pop e rock dall’atmosfera melodica e shoegaze. I suoi precedenti lavori Psychopomp (2016) e Soft Sounds from Another Planet (2017) hanno ricevuto molti apprezzamenti e premi da critica e pubblico. Il suo ultimo album Jubilee sarà pubblicato il prossimo 4 Giugno.
Michelle è anche autrice del libro “Crying in H mart”, pubblicato da Knopf Publishing Group nell’Aprile di quest’anno (H mart è una catena di alimentari coreani negli Stati Uniti n.d.r.), dove ci racconta del dolore per la morte della madre, di come il cibo coreano l’ha aiutata a superarlo e la sua ricerca di identità.
In “Crying in H mart” racconti che il cibo era il modo attraverso cui tua mamma dimostrava il suo amore. In che modo dimostri il tuo affetto verso le persone a te care?
Anche io ho l’abitudine di preparare cibo e snacks per le persone a cui voglio bene. Per esempio, se mio marito sta lavorando su un progetto impegnativo o c’è qualcosa che lo preoccupa, il mio primo istinto è sempre quello di preparargli qualcosa per tirarlo su di morale come una birra ghiacciata, un vassoio di snack appetitosi o un pasto più elaborato. Credo che l’amore si possa dimostrare per esempio tenendo una lista dei desideri che le persone a me care mi hanno confidato. Per esempio una bilancia da cucina che hanno visto in vetrina o una pianta da tenere in casa, e regalarle per qualche occasione speciale o quando meno se lo aspettano.
Anche se non parli coreano in maniera fluente, H Mart e gli ingredienti che trovi lì fanno da tramite alle tue origini coreane. In che modo ti relazioni alla tua identità coreana? Hai mai avuto una crisi a riguardo?
Mi sono sempre sentita come se non appartenessi a nessun luogo, e questo tipo di sentimento è difficile da sopportare, specialmente quando sei una adolescente.
Dopo la morte di mia madre, è come se il mio unico collegamento alla mia identità coreana si fosse interrotto, ma imparare a cucinare coreano è stato un modo per avvicinarmi a questa identità, e di preservarla. Ho anche fatto delle lezioni di coreano che spero di continuare appena avrò più tempo a disposizione. Cercherò anche di visitare la Corea il più possibile.
Nell’ultimo anno purtroppo molte persone hanno perso i propri cari a causa del COVID-19. Credi che il tuo libro possa dare a queste persone una sorta di conforto ed un esempio su come gestire il dolore della perdita?
Spero di sì. Credo che il dolore e la perdita di una persona amata siano difficili e molto personali, ma a volte può aiutare sapere che altre persone hanno avuto le stesse traumatiche esperienze. Però posso immaginare che invece possa essere difficile leggere il mio libro per chi ha avuto un lutto recente.
Leggendo il tuo libro dopo la perdita di mio padre, mi sono ritrovato molto nei sentimenti che hai descritto. Una delle cose che questa esperienza mi ha insegnato è l’importanza di ricordare i momenti di felicità condivisi e di lasciare andare i rimorsi e la rabbia. Credo anche che solo le persone che hanno vissuto attraverso la stessa esperienza possano capire i tuoi sentimenti. Com’è cambiato il tuo approccio alla vita dopo la perdita di tua madre?
Mi sono sentita nello stesso modo dopo la morte di mia madre. Una frase di una mia canzone, che ho aggiunto anche nel libro dice “mi sento come se il mondo si dividesse in due, chi ha già provato questo dolore e chi deve ancora provarlo”. In un certo senso credo che questa esperienza mi abbia donato più compassione per gli altri, specialmente per chi ha perso una persona cara. Di sicuro è che la perdita di mia madre mi ha acceso un fuoco dentro, e mi ha fatto capire quanto la vita sia breve e preziosa.
La musica e la scrittura hanno sempre avuto un effetto curativo su di te? Scrivere questo libro è stato in un certo senso, terapeutico?
Mi sono sempre immersa nella lettura e nella musica per aiutarmi a comprendere i miei sentimenti e comprendere meglio la mia vita. Credo davvero che abbiano un potere terapeutico e curativo su di me. Dopo la pubblicazione del libro mi sono sentita in un certo modo sollevata e credo mi ha anche aiutato ad accettare quello che mi era successo.
Quando hai visitato la Corea l’ultima volta? C’è qualcosa in particolare che ti manca? Quale esperienza culturale consigli a chi viaggia in Corea?
Ci sono stata per l’ultima volta nel Maggio del 2019. Ho fatto un concerto a Hongdae con la mia band e ho prolungato la mia permanenza di tre settimane per lavorare al libro e completare la bozza. Adoro il quartiere di Hongdae. Mi piace trascorrere del tempo a Gopjang Jeongol (Bar molto popolare nella scena indie coreana n.d.r.) e Gimbap Records (Negozio di dischi ed etichetta musicale n.d.r.). Consiglio assolutamente di visitare il mercato di Gwanjang.
Nel libro citi anche Karen O degli Yeah Yeah Yeahs. Anche io ascoltavo la loro musica durante i miei anni universitari. In che modo ti ha ispirato nella tua carriera musicale?
Lei è stata la prima cantante di origine coreana che ho conosciuto, probabilmente la prima donna Asiatica-Americana che abbia mai visto, in un ambiente dominato dagli uomini e per lo più bianchi. Lei ha completamente stravolto lo stereotipo della donna asiatica timida e sottomessa con il suo carattere esplosivo e performance punk sul palco, ma che riesce anche a cantare ballate emozionanti che ti fanno piangere. Karen O mi ha fatto credere in me stessa e che anche qualcuno come me poteva ricevere successo e ammirazione.
C’erano delle musiche e canzoni che sono state la colonna sonora durante la scrittura del libro?
A dire il vero non ascolto molta musica mentre scrivo. A volte però ascolto musica ambient o più classica come Brian Eno o Ryuichi Sakamoto.
La maggior parte delle persone associa la musica coreana al K-pop, ma nella realtà la scena alternativa e indie coreana è molto viva. Molti gruppi coreani, inclusi quelli che suonano musica coreana tradizionale, sono in giro per il mondo per farsi conoscere anche in Occidente. C’è un’artista o un gruppo coreano con cui vorresti collaborare?
Spero di poter collaborare con i Se So Neon! Credo che So-yoon abbia molto talento.
Parliamo di Maangchi, la seguo anche io da molto tempo e per me che vivevo in Italia, è stata una delle prime a parlare di cucina coreana, con il suo modo di fare amichevole e rassicurante. Com’è stato incontrarla?
Sono stata così fortunata! E’ una delle persone più gentili e generose che abbia mai incontrato! Mi ha addirittura invitato a cena per il mio trentesimo compleanno. Grazie a lei è stata una giornata indimenticabile. La adoro!
Il tuo nuovo album – Jubilee – sarà disponibile dal 4 Giugno. Cosa c’è da aspettarsi?
Credo sia un album ambizioso, spigliato, bombastic. L’arrangiamento è ricco, vibrante e gioioso. Credo sia il nostro album più bello!
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Scritto da Vincenzo Acampora, Claudia Gifuni, Chinghan Hsu
Foto per gentile concessione di Tenatoms